domenica 19 ottobre 2014

Where?

Erika Pucci, 13 anni alla caduta del muro, 1 laurea in Cinema, 13 anni da maestra, 31 mt di libri,  8433 foto in 93 città, 1 beagle, 1 gatta, un compagno, 1 figlio, 70 tipi di sabbie collezionate, 12 spezie sempre presenti, 9 anni di blog, 1 romanzo in attesa, collabora con entusiasmo ai progetti di TwLetteratura.
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2014-09-15 07.51.34

venerdì 24 agosto 2012

Un tocco di profumo che mi annoda

Mi sono annodata. Su un pensiero fisso, definito ma non tangibile. Anzi. Nemmeno definito. Diciamo nominabile. Uno di quei pensieri che non ha forma precisa ma dettagliatamente scava nella mente, che ti fa sussultare leggermente. Uno di quei pensieri che si sopravvive anche senza ma se c'è è meglio. Che ti fa apparire belle anche le cose normali, che ti accompagna.
Come una nota di sottofondo che si esapande in tempo e spazio.
Come un sorriso che si indossa dal profondo.
Come un profumo che resta sulla pelle e si vorrebbe in qualche modo fotografare ricordare e soprattutto toccare.
 
Note al margine: vorrei incontrare su una stella chi è troppo lontano.

9 sorsi di caffè

Yvonne pensava alle sue mani, forti e sicure ma delicate al tempo stesso, solcate dai suoi 40 anni ormai scivolati tra le dita.
Pensava al pomeriggio precedente quando, in un incontro casuale, si erano strette con le sue davanti a due tazze fumanti di caffè per un istante soltanto, quasi involontariamente eppure ardenti di desiderio. Stavano chiaccherando, un po' seriamente un po' leggermente, un attimo senza definizioni pieno di sfumature nessuna definizione. Forse non si ascoltavano, a riempire di suoni l'imbarazzo. E per un attimo nel fragore di una risata lieve le loro mani si sono incontrate sfiorate strette. Deliberatamente. Entrambi potrebbero dettagliatamente esporre consistenza, calore e forse persino odore di quell'attimo. Un attimo, perchè quello dopo nervosamente ciascuno era tornato alla propria tazza di caffè, a ritirarsi deliberatamente dal territorio della cortina minata. Eppure negli occhi quella piccola morsa di breve appartenenza perdurò ancora per tre giri di cucchiaini, 9 sorsi di caffè, 2 zollette di zucchero, 4 parole di circostanza. Era un trovarsi, un riconoscersi dopo tanto cercarsi. Erano troppe emozioni al secondo. Poi si staccarono anche gli occhi. Yvonne ora sotto la doccia tiepida del giorno dopo ci stava ripensando, ripassava rapidamente la sequenza di frammenti ma non solo gli eventi, si sforzava di sentire esattamente le vibrazioni del giorno prima. Arresa si stese sul divano, accese la radio e sorseggiò una limonata, agra come la sua assenza. Pensò alle sue mani, probabilmente a quell'ora della notte stavano sfogliando un libro, magari di poesie o di fotografie. Poco importava il titolo. Yvonne sapeva che avrebbe voluto essere quel libro stesso per farsi sfogliare da lui pagina per pagina, parola per parola.
 
 
Note al margine: L'amore è la vera esperienza della libertà e nessuno può possedere un altro essere. 11minuti
 
 
 

mercoledì 22 agosto 2012

Rosso

e poi quell'attimo che colora il tappeto scricchiolante dei pensieri...


Note al margine:sto scegliendo un sogno da inseguire ma finirà che mi farò scegliere da lui...

lunedì 20 agosto 2012

L'assedio

Mi fa male
la fame di te.
Un lieve dolore
che scava nel mio centro
assedio involontario
eppure
sfianca il lento
avanzare di questo vuoto
la tua forma
più consistente
ora
che ripasso il nome
come un mantra
a dondolare l'anima
e altro ancora.
Note al margine: "se la musica è il cibo dell'amore suonatene in eccesso così che,ormai sazia, la mia fame si plachi e muoia"W.Shakespeare

sabato 18 agosto 2012

A come Arancio

Colori che si alternano intermittenti,  fuggevoli mutano nella pausa arancio di un semaforo.
Sconosciuto che passi e ti lasci in sospeso e mi fai passare.
In quell'attimo innumerevole in cui si incrociano i nostri occhi, anzi.
I miei occhi e i tuoi occhiali, incorniciati da ricci neri su pelle abbronzata.
Sconosciuto che mi hai colto di sorpresa nel primo istante della sera e ti fermi nel volteggio dei nostri occhi.
Che mi sorridi e che accogli il mio sorriso, prima degli occhi poi delle labbra.
Occhi.
Io quegli occhi me li son fatti scivolare addosso, come acqua bollente sulla pelle, centimetro per centimetro.
Blu, neri, marroni, striature di uno sguardo  indefinito.
Il rapimento di un un'istante dove il traffico sembra essersi fermato.
Poi il resto passa, ricominciano a scorrere le auto, i passi e i pensieri restano lì al crocevia dei sussulti inattesi.
Note al margine : Mi sembrava di essere tornato alle estati precedenti quando tutto doveva ancora succedere.A.Tabucchi