mercoledì 15 agosto 2012

Sogno lucido

I polsi legati.
Le labbre assetate e insaziabili.
La piuma leggera sui sorrisi incerti.
La fuga dagli occhi fin dentro gli specchi riflessi.
L'anima che vola su confini al limite dell'esondazione.
I nodi pazientemente registrati sui bordi dimenticati.
Le parole soffiate sulla pelle salmastrosa.
Il suono che scivola sul bicchiere quasi vuoto.
E quel ritmo dove dalle mani ai  fianchi passava l'intero universo.
Erano le tracce di un sogno lucido che trasformandosi in inchiostro svanì.

Note al margine: "[...] ha avvertito quella sensazione umida intorno a lei, la sensazione di non trovarsi in nessun posto, e ha capito che sarebbe stata una giornata difficile. Ha capito che avrebbe avuto problemi a credere in se stessa, nelle stanze della ...
casa, e quando ha gettato uno sguardo a questo nuovo libro sul comodino, impilato sull'altro che ha finito la scorsa notte, lo ha preso automaticamente, come se leggere fosse il solo naturale compito con cui iniziare la giornata, la sola via praticabile per gestire il passaggio dal sonno al dovere."
da "Le ore" di Michael Cunningham



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